D. Ho un problema di obesità e familiarità da parte di madre con diabete mellito di 2° tipo.Non prendo però farmaci, cerco di controllare la glicemia con l'alimentazione. Non riesco però a dimagrire nè a seguire con costanza una dieta ipocalorica. Potrebbe dirmi onestamente se la medicina omeopatica può aiutarmi concretamente a dimagrire?
L'omeopatia non ha prodotti che possano farla direttamente dimagrire, ma è in grado di modificare alcuni aspetti emotivi della sua persona che più facilmente si associano al problema dell'obesità.
In altre parole essa tratta questo disturbo dell'alimentazione come facente parte di un insieme più complesso di sintomi che, proprio nel loro insieme, indicano l'alterazione funzionale del suo organismo, che da un lato provoca il suo aumento di peso e dall'altro le impedisce di sottostare ad un regime dietetico più salutare, che certamente le consentirebbe, unitamente ad una corretta attività motoria, di perdere stabilmente peso e di osservare la contemporanea scomparsa dei problemi di glicemia.
D. Sono affetto da diabete mellito in terapia insulinica. Vorrei sapere se l’omeopatia può aiutarmi in qualche modo, poiché non sempre riesco a mantenere un adeguato controllo dei valori della glicemia, nonostante il rispetto della terapia prescrittami.
L'omeopatia può fornire un sicuro aiuto sia a quanti soffrano di diabete insulino-dipendente (tipo1), sia a quanti siano affetti da quello non insulino-dipendente (tipo2).
Nel primo caso, infatti, agendo sulle tensioni emotive, al giorno d'oggi inevitabili, che a loro volta stimolano il rilascio in circolo di ormoni iperglicemizzanti, è certamente possibile favorire la riduzione dell’insulina quotidianamente necessaria a mantenere la glicemia entro i limiti più auspicabili.
Nel caso non si faccia uso di insulina, invece, l'omeopatia può favorire un più rapido ritorno a migliori condizioni di peso, che generalmente si accompagnano ad un altrettanto rapido rientro dei valori glicemici. In entrambi i casi, comunque, l'omeopatia può garantire una più lenta progressione della malattia a carico dei principali organi bersaglio, che ricordo essere rene, apparato cardiovascolare, sistema nervoso autonomo ed occhi.
D. E' possibile curare un iperteso che come cura prende abitualmente un farmaco calcio-antagonista, e sostituire questo con un prodotto omeopatico?
L'omeopatia considera ogni disturbo o malattia che mostri un andamento cronico-recidivante, come nel suo caso l'ipertensione, l'effetto di un'alterazione permanete della normale fisiologia dei suoi processi vitali, i quali, in casi come il suo, hanno difficoltà a ristabilire in tempi brevi valori di pressione considerati fisiologici in seguito a quelle situazioni che determinano un necessario e brusco incremento dei valori stessi.
Questa modificazione permanente dei suoi parametri fisiologici si è andata determinando nel corso della sua esistenza come possibile effetto di stress prolungati, traumi ripetuti, disordini reiterati nello stile di vita.
Attraverso una visita omeopatica accurata sarà possibile individuare il disordine fisiologico di tutto il suo organismo e collocare così l' ipertensione all'interno di un più complesso insieme di sintomi che inevitabilmente investe anche la sua emotività, e la sua reattività agli stimoli esterni.
Solo in questa maniera lei sarà in grado di curare e risolvere il disturbo da cui è affetto, affrontandone le cause effettive che lo sostengono.
D. Volevo avere informazioni riguardanti la cura del colesterolo con prodotti omeopatici. La mia domanda essenzialmente è: si può curare il colesterolo con l'omeopatia?
In effetti esistono forme diverse di ipercolesterolemia classificate come familiari, cioè di origine genetica, oppure esogene, cioè di origine alimentare. In quest'ultimo caso il cardine principale della cura è la dieta, che tuttavia molti pazienti hanno difficoltà a seguire proprio perché le abitudini acquisite si sono strutturate nella personalità del soggetto, oppure anche perché alcuni cibi, ahimè sconsigliabili, risultano tra i più graditi e ricercati dai pazienti affetti dal disturbo.
Per tali pazienti la sola volontà non è dunque sufficiente, mentre può essere certamente utile accostare alla dieta una cura omeopatica in grado di modificare le inclinazioni della persona, mitigare le cause di stress e modificare lo stimolo intrinseco ala fame, con il risultato che, per la persona, sarà decisamente più semplice seguire la dieta consigliata.
Nel caso, invece, di ipercolesterolemia su base familiare, la cura omeopatica, agendo come sopra descritto, può limitare l'incremento dei valori riguardo a quella quota di colesterolo introdotto con la dieta, e quindi ridurre gli effetti nocivi dei livelli alti di colesterolo, determinati su base genetica e, per tale motivo, immodificabili.
D. Vorrei, gentilmente, sapere se è possibile curare omeopaticamente la pressione alta.
L'ipertensione arteriosa è una malattia multifattoriale che a volte si stabilisce senza nessuna causa apparente (ipertensione essenziale) mentre in una piccola percentuale di casi è possibile riconoscere una causa, per lo più endocrinologica o renale, alla sua origine (ipertensione secondaria).
L'omeopatia è in grado di agire con successo in entrambi i casi, dal momento che considera ogni malattia, anche la più localizzata, come l'effetto finale e più evidente di una perturbazione funzionale di tutto il suo organismo, perturbazione che, accanto a sintomi fisici, si esprime sempre anche con modificazioni del carattere della persona ed alterazioni delle sue reazioni alle diverse condizioni atmosferiche ed ambientali.
Solo spostando l'obiettivo della cura su questa alterazione funzionale di tutto il suo organismo, di cui la sua pressione alta è solo l'aspetto più evidente, sarà dunque possibile agire sulle cause effettive dei suoi disturbi e, risolvendo queste, permetterle di ritrovare valori appropriati della pressione come effetto della ristabilita armonia delle sue funzioni vitali.
D. Sono una donna di 45 anni che ha sempre avuto il colesterolo più alto della norma, di origine familiare. All'ultimo test è risultato: 239. Volevo chiederle se e' giusto che debba iniziare ad assumere un farmaco (mi è stato consigliato dal mio medico di famiglia) per abbassare questo valore oppure se esiste in omeopatia qualcosa che possa ottenere lo stesso risultato senza fare altri danni all'organismo.
L'ipercolesterolemia è solo uno dei fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, comprendenti l'ictus cerebrale e l'infarto del miocardio. Gli altri fattori di rischio sono: la familiarità per tali patologie, l'ipertensione arteriosa, il diabete, l'età e, per la donna, la menopausa, il fumo di sigarette, l'obesità, la ridotta attività fisica e l'iperuricemia. Maggiore è il numero di questi fattori contemporaneamente presenti nella persona, maggiore il suo rischio di sviluppare, nel tempo, una malattia cardiovascolare.
Per quanto riguarda la medicina tradizionale, quindi, la decisione di intraprendere o meno una terapia farmacologia dipende proprio dall'insieme di fattori presenti, e quindi dal rischio globale, calcolato generalmente da qui a dieci anni.
Omeopaticamente, invece, non è possibile agire sulla quota familiare di ipercolesterolemia, in quanto determinata geneticamente come conseguenza di una modificazione irreversibile del normale corredo enzimatico che regola il metabolismo dei lipidi, mentre è sicuramente più facile agire su quella quota derivante da disordini alimentari, spesso a loro volta sostenuti da motivi di stress, di preoccupazione e di ansia, che la persona non è più in grado di gestire adeguatamente.
Una cura omeopatica ben fatta può senza dubbio contribuire a far riacquistare la capacità di gestire al meglio le proprie emozioni e, conseguentemente, le proprie abitudini di vita, particolarmente quelle relative all'alimentazione e ad una sana attività fisica. Tutto questo permetterà in tempi adeguati alla persona di ritornare a valori di colesterolo più prossimi a quelli considerati fisiologici, e di ridurre così la quota di rischio per malattie cardiovascolari.
D. Mia mamma 50enne soffre da un decennio circa di ipertensione. Ha sempre preso farmaci per tenere bassa la pressione, solo che da un paio d'anni, la solita pasticca non le basta più, la pressione è sempre alta, i medici le cambiano terapie a tentativi, è arrivata a prendere fino a tre diversi farmaci al giorno, con controindicazioni allucinanti. La mia domanda è: si può curare l'ipertensione con una corretta dieta e con l'omeopatia, o per lo meno tenere la pressione bassa in modo naturale?
L'ipertensione arteriosa è una malattia multifattoriale, in cui entrano in gioco molteplici fattori, genetici, ambientali e personali. Sicuramente l'aumento dell'età e, nelle donne, l'inizio della menopausa, segnano il confine ideale oltre il quale i valori della pressione arteriosa tendono spesso ad aumentare.
L'omeopatia, proprio in base a questa premessa, permette sempre l'approccio più multidisciplinare possibile al disturbo, dal momento che la cura tiene in sommo conto tutta la storia clinica della persona, oltre alle sue condizioni attuali, realizzando così una terapia oserei dire sartoriale, che si differenzia da individuo ad individuo, avente problemi simili a quelli della mamma e, proprio per questo è in grado di agire sulle cause personali che motivano i valori eccessivamente alti di pressione.
Logicamente anche la dieta, così come altri aspetti dello stile di vita non congrui ad una buona salute, andranno corretti laddove possibili concause del problema, ma ovviamente una buona terapia omeopatica sarà l'unica che faciliterà l'adesione della persona alle variazioni comportamentali suggerite. In definitiva con un'unica cura l' omeopatia garantisce sempre il miglior approccio multidisciplinare ad un disturbo, l'ipertensione appunto, che, proprio per questo motivo, quasi mai è possibile risolvere solo con una o più compresse che tocchino, però, solo un aspetto del problema.
D. La mia domanda riguarda l'ipertensione: ci sono buone possibilità di curarla omeopaticamente?
La sua è una domanda che richiede una risposta complessa, dal momento che in omeopatia non si cura semplicemente il sintomo ipertensione, ma la persona che ne è affetta.
Sulla possibilità di cura dell'ipertensione giocano dunque molteplici fattori, in primo luogo l'età della persona, lo stato complessivo, l'origine della stessa, il precedente trattamento o meno con farmaci solo soppressivi ma non curativi. In base all'incrocio di questi più fattori nel determinare lo stato ipertensivo e, in caso, nel complicarlo, con l'omeopatia potremo avere risultati diversi ma comunque sempre positivi, tenendo presente che il caso insorto di recente, non complicato da aterosclerosi severa e da altre patologie come diabete mellito e obesità, nonchè mai trattato per lungo termine con farmaci, è senza dubbio quello che più facilmente si può curare, presto e bene, con l'omeopatia.
D. Esistono cure omeopatiche per l'ipertensione?
L'ipertensione arteriosa rappresenta un disturbo molto frequente dopo una certa età, e nelle donne in particolare dopo la menopausa, disturbo per il quale spesso non si trova alcuna causa che la giustifichi (ipertensione essenziale). Proprio questo dato deve portare in realtà a considerare l'elevazione dei valori della pressione arteriosa, sopra quelli di 140/90 - considerati mediamente di riferimento prima di intraprendere una qualsiasi terapia farmacologica - come un meccanismo di adattamento dell'organismo a situazioni personali e ambientali che richiedano evidentemente un innalzamento della pressione di perfusione dei singoli organi e tessuti. Interferire, dunque, con tali meccanismi, a lungo termine, può limitare le capacità vitali di un individuo, così come lasciare i valori stabilmente elevati, può provocare all'opposto, e sempre a lungo termine, danni d'organo anche gravi.
L'omeopatia in questi casi interviene, attraverso una cura alternativa sempre personalizzata, a ripristinare quelle condizioni dell'organismo che gli permettono di adattarsi con rapidità e prontezza al variare delle situazioni, ripristinando dunque normali valori pressori in relazione ad un maggiore vitalità di tutto l'organismo.
Ovviamente ciò non è sempre possibile laddove condizioni legate all'età o alla predisposizione genetica, riducano in maniera sempre maggiore il lume vascolare, come accade nell'aterosclerosi aggressiva o avanzata, dove allora l'omeopatia interverrà maggiormente per impedire l'evolutività di quest'ultima, piuttosto che sul controllo dei valori che, in questo caso, potranno beneficiare anche, e in contemporanea, di una terapia farmacologica, ma al dosaggio minore, e quindi anche con i minori effetti collaterali possibili.